Ristorante Ragazzon di Faè di Oderzo

Dove gustare carne alla brace e piatti ricercati… tra tradizione e innovazione

LO STAFF, DA SINISTRA ANDREA, MIRSADA, STEFANIA, ANNA, ELISA, NICOLAS, LEONARDO

Avete voglia di una cena di carne un po’ particolare?
Andate a Faè di Oderzo al ristorante Ragazzon, un localino affascinante con terrazza esterna dotata di un caminetto, il tutto immerso nelle tranquille campagne opitergine, per vivere un’esperienza originale, rilassante e senza fretta.
Dietro ai fornelli incontrerete Luigia, che assieme al figlio Leonardo gestisce l’attività ed è l’indiscussa regina dei fornelli dove da molti anni cucina per vera passione e si diverte a sperimentare nuove proposte e nuovi abbinamenti.
“Questo locale -dice Leonardo Ragazzon– è stato aperto nel 1956 dai nonni Elide e Giovanni e poi dalla figlia Laura, chiamata anche “La Rossa” famoso soprattutto per i numerosi e abbondanti primi Piatti.
Prima del 1956 era il Casoin del paese e poi è diventata osteria con cucina e con mia zia, nel 1970, è entrata in azienda mia madre Luisa e nel 1997 il ristorante è stato rilevato interamente da mia madre e da mia nonna”.

Lei quando è entrato a far parte dello staff?
“Finiti gli studi alberghieri mia nonna è morta e gli sono subentrato io e devo ammettere che è stata la scelta migliore anche se i miei programmi erano di andare a lavorare per altri ristoratori e le richieste non mi mancavano.
Poi, nel 2018 abbiamo rifatto la cucina e altri interventi e ora possiamo dire con vanto di avere un bel ristorante”.

Qual è la vostra filosofia?
“E’ la stessa da anni anche perchè cambiare una cosa che funziona sarebbe impopolare.
A pranzo abbiamo la proposta a “menù fisso” mentre alla sera abbiamo le cene a tema: venerdì sempre pesce, mercoledì i bolliti (ovviamente non in estate) mentre il sabato sera la carne alla brace”.

Quali sono i vostri piatti forti?
“La carne alla brace perché la nostra è gustosa e tenerissima e i nostri antipasti all’Italiana proposti con affettati di nostra produzione perché abbiamo anche un’azienda agricola e poi le stagionalità, seguendo quello che la natura ci propone. Vorrei anche sottolineare che i primi piatti li cambiamo tutti i giorni”.

Se un cliente le chiedesse di suggerire qualche piatto cosa le proporrebbe?
“Io sono un appassionato di Parmigiana di melanzane, risotto al basilico, risotto alle rape rosse, fichi e Gorgonzola, Castelmagno e nocciole”.

Come vi comportante con i celiaci?
“Siamo particolarmente attenti alle intolleranze e alle allergie e quindi attenti alla contaminazione incrociata”.

Quali sono i suoi ruoli all’interno del ristorante?
“Ovviamente la nostra, essendo una piccola realtà (otto dipendenti più quelli a chiamata n.d.r.) non ci sono ruoli definiti.
A parte mia madre che in cucina si muove come Rambo nella foresta, i camerieri nelle sale hanno ampi poteri mentre io faccio praticamente di tutto, dai tavoli al banco ma la mia vera passione sono i vini. Abbiamo circa 50 etichette, soprattutto Italiane e mi piace consigliere gli abbinamenti ai clienti che hanno piacere di bere un buon vino”.

Ci descriva il locale.
“All’interno abbiamo due sale poi una terrazza esterna che tiene circa 80 persone e un caminetto per la cottura della carne.
Ad esempio alcuni sabati proponiamo la “serata costata” e ne possiamo cucinare contemporaneamente circa 60”.

Ci sembra soddisfatto…
“Si, con mia madre si lavora bene perché è una donna aperta e ricerca e sperimenta sempre piatti nuovi e poi sono diventato papà di Gabriele che ha un anno e mezzo e convivo con Nicoletta, donna straordinaria”.

di Giampaolo Zorzo

PHOTO © RITA GROSSO

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